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Assemblea Transterritoriale Transfemminista Antispecista

Il corpo è mio e lo gestisco io non vale solo per il corpo mio

Intervento dell’assemblea transterritoriale Corpi e Terra in Largo Fiera della pesca all’apertura del corteo per l’aborto libero, sicuro e gratuito per tutt del 6 maggio 2023 ad Ancona

intervento corpi e terra

IL CORPO È MIO E LO GESTISCO IO NON VALE SOLO PER IL CORPO MIO

La liberazione di tutti i corpi e l’autodeterminazione, la lotta ecosistemica e di classe sono elementi fondanti della nostra rivoluzione.

Una rivoluzione che trova radici comuni in un immaginario di relazioni ecosistemiche multispecie fondate su altri modi di vivere in grado di invertire la corsa sfrenata di questo sistema che si basa sulla distruzione, sfruttamento e prevaricazione di ogni vivente e di ogni habitat che lo ospita.

Rifiutiamo e lottiamo per abbattere tutte le gerarchie perchè solo in loro assenza si potrà attuare una vera liberazione.

Transfemminismo per noi significa eliminare tutti i privilegi inclusi quelli di specie e riconoscere quando dalla parte dell’oppressore ci siamo noi, noi che apparteniamo alla specie dominante, all’animale umano, all’homo sapiens che continua ad agire pensando di poter disporre di ogni altro corpo a suo piacere.

Per questo diciamo IL CORPO MIO E O GESTISCO IO NON VALE SOLO PER IL CORPO MIO.

Si continuano a usare parole come “RISORSE E SVILUPPO” parlando di foreste, oceani, venti, acque, mari, minerali, olii, montagne e pianure. Si continua a fare gerarchie dei corpi decidendo chi può muoversi, chi deve essere schiavizzato, chi può schiavizzare, chi deve riprodursi, chi viene sacrificato per la scienza, per lo sport, per intrattenerci contro la sua volontà, chi viene utilizzato per la nostra alimentazione. La contestazione dello sfruttamento animale non può che essere parte fondante delle lotte antagoniste perché l’attuale sistema di produzione si fonda sulla messa a valore di miliardi di corpi non umani usati per la produzione intensiva di “merce da consumare”.

Siamo davanti alla FIERA DELLA PESCA, uno dei mercati del pesce più importanti d’Italia, dopo quello di Milano. Un mercato che commercializza ben 1.800 tonnellate di pesce ogni anno, stima che viene sempre fatta su valutazioni di peso e non di numero, distraendo in tal modo la percezione pubblica circa il numero effettivo di animali marini uccisi.

Il numero di pesci catturati dalla pesca mondiale ogni anno è nell’ordine dei trilioni. La piscicoltura uccide almeno altri 80 miliardi di pesci ogni anno (anche più individui dei 70 miliardi di polli uccisi ogni anno per il consumo umano). La pesca cosiddetta ricreativa (definizione orribile) si stima in

catture annuali di centinaia di milioni. Anche il numero delle catture accidentali a causa della pesca è elevato e include invertebrati, pesci, uccelli marini, tartarughe e delfini, gettati poi via, spesso feriti e destinati a morire, per rispettare le quote legali di pesca o perché non commercializzabili. Le reti da pesca perdute o abbandonate in acqua, diventano trappole mortali per molte creature marine che restano intrappolate e muoiono dopo molto tempo di fame o asfissia. Il mercato ci mostra solo il prodotto finale o addirittura esalta la sofferenza che continua negli spasmi dei corpi.

La soluzione non è la pescicoltura o la proclamata pesca sostenibile, ma l’abbandono dello sfruttamento degli animali acquatici, considerati oggi risorse al servizio dell’economia ittica. Il problema della pesca non è la diminuzione delle cosiddette risorse, o la messa in pericolo delle specie ma il non voler vedere e assumere la sofferenza e la morte causate a creature coscienti. Non abbiamo bisogno di mangiare pesce, di catturarli per svago o di usare i loro corpi come ornamenti e la pesca non può essere considerata necessaria.

I pesci resistono quotidianamente ai mostruosi sistemi di violenza che imponiamo loro: l’amo, le reti a strascico, a circuizione, a tramaglio, a traino, il palamito, gli esplosivi, le trappole, le tonnare, la caccia subacquea per citare i metodi più comuni. Vere e proprie armi, strumenti specificamente progettati per imporre la violenza a creature che non intendono subirla.

Ma “I pesci – come scrive D.J. Wediwel – creano mondi che non possiamo nemmeno capire. Sfidano la nostra immaginazione” inventando complesse strategie di difesa collettiva. Ci alleiamo a questa lotta di resistenza contro il potere e la dominazione messa in atto per poter disporre a piacimento dei loro corpi.

Come assemblea Corpi e Terra insieme ai tanti collettivi queer e antispecisti con cui lavoriamo, proprio di fronte a questo mercato del pesce e proprio mentre stiamo per partire per una manifestazione che afferma con rabbia e con forza il diritto alla giustizia riproduttiva, vogliamo qui, oggi, poter immaginare un nuovo mondo di relazioni multispecie per progetti comuni di convivenza pacifica per l’autodeterminazione e la liberazione di ogni corpo.

perchè non c’è liberazione se non ci liberiamo tuttu

IL CORPO È MIO E LO GESTISCO IO NON VALE SOLO PER IL CORPO MIO Corpi e terra 6 maggio 2023 Ancona

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